Il mondo visto con gli occhi di una donna. Sarebbe tutto così semplice se ...

Un terremoto al giorno, toglie il medico di torno!

E’ scandaloso! Con che coraggio il capo del Dipartimento di Protezione Civile, Franco Gabrieli, chiede la restituzione del risarcimento ai famigliari delle vittime del terremoto del 6 aprile del 2009? Con la sentenza di primo grado il giudice Marco Billi, aveva disposto la condanna della Commissione Grandi Rischi e il pagamento di un risarcimento alle parti civili. E adesso visto che il tribunale d’Appello de l’Aquila ha assolto sei dei sette imputati, queste somme devono essere restituite. Questo significa che le 309 vittime non sono mai esistite, non che dei soldi possano restituire la vita a coloro che sono rimasti schiacciati sotto le macerie delle proprie case, ma era comunque un riconoscere ai famigliari, tra l’altro sopravvissuti, un lutto, un lutto di Stato.

E’ assolutamente vero che un sisma non si possa prevedere, ma in quell’occasione la terra tremava da settimane. E’ vero che non si poteva fare sfollare tutti nel giro di una settimana per “l’eventualità” che si potesse verificare una catastrofe, ma almeno avere l’onestà intellettuale di ammettere di non sapere cosa fare e invece di tranquillizzare la popolazione, lasciare la libera scelta di abbandonare o meno la città (cosa che tra l’altro alcune persone fecero).

Il risultato dell’ onestà intellettuale, nel caso in cui non si fosse verificata la catastrofe, sarebbero state comunque polemiche, ci sarebbero state richieste di risarcimento per procurato allarme, ma almeno non ci sarebbero state vittime, o non così tante.

Di sicuro chi ha sbagliato veramente sono stati i costruttori edili. Mi riferisco alla casa dello studente che è in parte crollata ed era stata ristrutturata da poco. Tra l’altro è risaputo che quella zona è sismica, per cui per quale motivo non sono stati fatti interventi anti sismici? Negligenza e risparmio sui costi dei materiali.

Mi ricordo che durante i vari telegiornali uscì pure la notizia che alcune case crollate erano state fatte risparmiando sui materiali, ovvero, il cemento era stato fatto con una maggior parte di sabbia e questo ne provocò lo sgretolamento.

Ma anche le nuove case ricostruite in periferia subito dopo il sisma, non stanno meglio.

Quando i giornali diedero la notizia che i primi appartamenti costruiti in periferia erano stati finiti e consegnati, con tanto di cerimonia inaugurale presieduta da Berlusconi, ero da una parte contenta perché almeno per qualche famiglia la normalità, o quasi, era tornata (anche se di normalità non c’è proprio nulla quando tutto in torno ci sono solo macerie), dall’altra ho pensato che era comunque un circo mediatico per dare risalto alla figura dell’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, e questo mi ha stomacato.

Ora risulta che quei “Complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili” stanno cadendo a pezzi giorno dopo giorno….che siano troppo “ecocompatibili”? Che siano come i sacchetti dell’umido, che dopo una settimana si disintegrano perché sono al 100% biodegradabili? Se questo significa “sostenibilità” ed “ecocompatibilità” preferisco le case in legno, almeno se marcisce qualcosa, con due travi e due chiodi risolvi il problema!!

Adesso nella periferia dell’Aquila ci sono queste “nuove” Case in cui 800 balconi in cinque insediamenti, sono posti sotto sequestro perché inagibili. Ci sono infiltrazioni negli appartamenti, allagamenti e pavimenti che si scollano (eh i cari vecchi chiodi!). Per il crollo avvenuto a Cese adesso c’è un’ inchiesta, per difetti di costruzione e fornitura di materiali scadenti, con 39 indagati. Il sindaco ammette che se la manutenzione dovesse essere antieconomica, potrebbero anche essere abbattute. ABBATTUTE?!

E che dire dell’inchiesta sugli isolatori sismici delle Case, installati sotto le piastre di questi nuovi quartieri e che durante alcune prove nei laboratori della California, si sono spezzati dopo una simulazione di terremoto? Allucinante. Quanti soldi sono stati buttati al vento solo per la propaganda? E il cittadino paga, in questo caso, con la propria vita.

Io mi ricordo bene le intercettazioni telefoniche dei due imprenditori che se la ridono, subito dopo il terremoto, perché così possono ricostruire, perché “…un terremoto non capita tutti i giorni… “. Già da qui avremmo dovuto intuire in quale pantano si stava cacciando l’Aquila con la sua ricostruzione, infatti di lì a poco si è abbattuta sulla città la bufera degli appalti truccati e delle tangenti, che hanno aperto le porte del carcere a due ex assessori e costretto alle dimissioni il vicesindaco.

Ad oggi solo le scuole private sono state ricostruite, per le altre si usano ancora i Musp (Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio) dove i pavimenti sono ricoperti di scotch da imballaggio perché i moduli si stanno separando, e si deve usare il nastro adesivo per tenere insieme le connessioni ed evitare che i bambini si taglino con i pezzi staccati. Ma c’è stata anche un allarme per le malattie respiratorie, dovuta al fatto che nessuno sapeva che i filtri dovevano essere cambiati ogni tanto! Adesso li cambiano ogni 6 mesi.

A distanza di 6 anni a l’Aquila il centro storico è ancora deserto, tranne che per qualche bar, una pasticceria e una macelleria, per il resto non c’è nient’altro che macerie e gli operai che lavorano nei pochi cantieri aperti. I ragazzi usano le strade come ritrovo, mentre gli adulti usano i centri commerciali sorti in periferia per incontrarsi e scambiare due chiacchiere.

Non esistono più zone urbane di ritrovo, e se prima si andava a piedi per le strade del centro, adesso ci si sposta solo in auto da una new town all’altra, e i “figli del terremoto”, coloro che sono nati dopo il 2009, non sanno cosa sia una città con un centro storico fatto di chiese antiche e palazzi d’epoca ricchi di fascino e di cultura, che incarnano il retaggio culturale di un popolo, ma conoscono solo il silenzio e la desolazione delle macerie di quella che, nel Quattrocento, divenne la città più importante del Regno dopo Napoli.

Dopo 6 anni il sindaco denuncia una situazione paradossale, in cui se negli anni precedenti c’erano progetti cantierabili ma mancavano i soldi, ora ci sono i soldi ma di progetti di ricostruzione ce ne sono solo 5 la settimana e c’è carenza di ingegneri, tecnici e manodopera. Paradossale!

Nessuno credeva che per ricostruire una città con secoli di storia sulle spalle, sarebbero bastati un paio d’anni, ma che almeno si fossero fissate da subito le linee guida da seguire per una ricostruzione rapida ed efficiente, senza dispersione di tempo e risorse, invece ogni volta che succede una disgrazia di dimensioni enormi, salta sempre fuori il peggio dell’animo umano, mai il meglio. Per colpa di pochi ci rimettono sempre tutti! E delle vittime…Amen!

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